Simona
Vacca e Massimo Donato, 44 e 36 anni rispettivamente, sono compagni
nella vita e nel lavoro. Entrambi della Sardegna - Simona proviene
dal paese di Dolianova, in provincia di Cagliari, mentre Massimo e'
originario del capoluogo- si sono conosciuti nel 2013 in un incontro
di Sardi a Londra.
Simona
arriva a Londra nel gennaio del 2012 e da allora lavora come chef in
varie compagnie, tra le quali quella che ha gestito le cucine dei
giochi olimpici a Stratford.
Anche
Massimo si sposta nel capoluogo inglese nello stesso periodo,
determinato a trovare una carriera commisurata alle sue esperienze
lavorative in Italia ed inizialmente comincia a lavorare
come driver nella stessa compagnia di catering dove lavora anche
Simona come chef. Insieme decidono di avviare un business e
cosi' nel 2013 aprono nel quartiere di Kennington il ristorante
Italiano - Maximo Italian Bistrot - meglio conosciuto come Maximo
(Max-Simo), che opera anche come pizzeria e wine-bar
(www.maximoitalianbistrot.co.uk)
Simona
e' la chef del ristorante: la sua cucina si distingue per rigorosa
preparazione delle ricette tradizionali Italiane con una cura
ricercata nella presentazione dei piatti. Studia e prepara inoltre i
menu' dedicati alle varie e ricorrenti serate regionali Italiane.
Massimo
e' invece il managing director, segue cioe' in tutto e per tutto la
direzione e l'amministrazione del locale. I due, inoltre, attraverso
la propria compagnia Eventfool (www.eventfool.co.uk),
gestiscono catering per ogni tipo di evento.
I progetti futuri riguardano l'apertura di altri ristoranti nel Regno Unito e anche in altri paesi.
I progetti futuri riguardano l'apertura di altri ristoranti nel Regno Unito e anche in altri paesi.
Qual
e' il tuo primo ricordo di Londra? Simona:
i grattacieli della city. Ricordo che mentre ero sul National express
in arrivo a Liverpool Street da Stansted stavo con il naso in su a
guardare ammirata l’altezza di quei colossi di vetro che avevo
prima di allora visto solo nei film, e immaginavo quanti colletti
bianchi potessero lavorarci freneticamente. E la gente…la tanta,
troppissima gente.
Massimo:
Il primo ricordo e' legato al mio primo viaggio nel 2003 quando
in treno da Heatrow al centro sulla Piccadilly mi rimase quella
sensazione di vedere sempre lo stesso paesaggio, quasi
distrattamente, con gli occhi di chi è solo di passaggio. La seconda
volta, quando mi trasferii definitivamente, la sensazione fu di
entrare nella citta' in punta di piedi, con gli occhi di chi
aveva tanta strada da fare… questa seconda volta Londra mi e'
sembrata immensa.
Hai
lasciato l'Italia perche'... Simona: avevo
bisogno di ritrovare me stessa, personalmente e lavorativamente, e
fare nuove esperienze. Non ero soddisfatta della mia vita e non
sopportavo l' "andazzo” Italiano. Avevo voglia di una
nuova vita.
Massimo: Volevo
scoprire quanto valevo, sapevo che qui avrei potuto fare tanta
strada… Beh non è andata proprio secondo i miei piani ma posso
dire che la strada fatta è stata ache di più!!!
Raccontaci
un episodio legato alle differenze culturali Simona:
non avevo mai badato alle differenze culturali, per me siamo sempre
stati tutti fratelli e sorelle, alle olimpiadi la cosa che piu’ mi
ha esaltata e’ stato conoscere persone di culture diverse, finche’
non ho sperimentato sulla mia pelle l’astio da parte di alcuni
individui che, evidentemente non gradivano la nostra presenza a
Kennington e ci hanno scritto “Cunt go home” nel retro della
porta del ristorante. Siamo stati anche derubati, insultati e offesi
piu’ volte dagli ex-frequentatori del locale che prima non era
proprio un luogo di nicchia…
Massimo:
le differenze culturali si possono vedere dovunque, sembra che tutti
convivano ma che nessuno si integri veramente. Nessuno diventa
Londinese, ma siamo tutti ospiti che convivono in uno stesso posto, e
la stragrande maggioranza della gente lo fa solo per lavoro. Se
dovessi ricordare un episodio su tutti è la scritta “cunt go home”
fuori dal nostro locale. Al che ho capito che gli stranieri sono
malvisti dovunque, vuoi per invidia, vuoi per stupidità. Ed in
questo devo dire che sono uguali a noi.
Cosa
distingue Londra o l'Inghilterra? Simona: a parte la
multietnicita’ di cui abbiamo gia’ parlato, credo che Londra sia
un luogo unico, magico, dove tutto cio’ che desideri (veramente)
lavorativamente parlando, si puo’ realizzare. E’ il paese delle
opportunita’. Chi torna a casa dicendo che qui viene solo
sfruttato, e’ un perdente. Ci vuole lungimiranza ma alla fine
Londra ti premia.
Massimo:
a parte la guida a destra e i cappelli della regina? Credo che TUTTO
sia la parola giusta, tutto funziona come dovrebbe, i mezzi pubblici,
la burocrazia, la semplicità nel gestire qualsiasi cosa, senza
lungaggini, sotterfugi o furberie. Chiaramente la distinzione è
anche in negativo: case da terzo mondo, persone con elasticità
mentale praticamente assente e soprattutto si sente la nostalgia di
quell’attitudine al “problem solving” di cui il soggetto
italico abbonda!
Cosa
ti manca o non ti manca dell'Italia? Simona: mi
mancano la mia famiglia e i miei amici, un po’ il clima mite, ma
devo dire che ultimamente a Londra non fa piu’ tanto freddo e
quindi non ne risento. Mi manca il mare, ma quello lo ritrovo tutte
le volte che torno e forse ora me lo godo di piu’.
Massimo:
dell’Italia posso tranquillamente dire che non mi manca nulla,
della mia terra qualche volta ho nostalgia, vuoi per gli affetti,
vuoi per il clima, anche se tutto sommato due ore di volo per
ritornare a respirare l’aria di casa sono veramente poche!
Quale
personaggio italiano o inglese ammiri di piu'? Simona:
Italiano... Bisio! Adoro Simon Le Bon che son andata a vedere in
concerto a Nottingham rivivendo la mia adolescenza.
Massimo:
non mi viene in mente nessun personaggio vivente, se parliamo di
personaggi storici probabilmente il Bernini; per quanto riguarda
l’UK… Brian May.
...e
quello che piu' detesti? Simona:
Renzi senza dubbio.
Massimo:
facile... Renzi da un lato e il suo omologo inglese Mr Bean.
L'Italia
e la politica italiana stanno davvero cosi' male? Simona:
si', assolutamente. Nulla funziona. E se son venuta qui e’ perche’
non vedo speranza per il nostro paese. Massimo: purtroppo si', e
al peggio sembra non esserci mai limite.
Sei
felice in questo momento? Simona:
si', molto.
Massimo:
come non lo sono mai stato.
Caffe'
o birra? Simona:
Ichnusa... :)
Massimo:
cos’è il caffè?
Torneresti
indietro? Simona: assolutamente
no, mai tornare indietro, semmai, andrei avanti, oltre Londra e
l’Inghilterra.
Massimo:
quello che c’è indietro lo conosco già, sono molto più
incuriosito da quello che ci sarà davanti!
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