Friday 22 April 2016

Simona Vacca e Massimo Donato, Chef e Ristoratore








 







Simona Vacca e Massimo Donato, 44 e 36 anni rispettivamente, sono compagni nella vita e nel lavoro. Entrambi della Sardegna - Simona proviene dal paese di Dolianova, in provincia di Cagliari, mentre Massimo e' originario del capoluogo- si sono conosciuti nel 2013 in un incontro di Sardi a Londra.
Simona arriva a Londra nel gennaio del 2012 e da allora lavora come chef in varie compagnie, tra le quali quella che ha gestito le cucine dei giochi olimpici a Stratford.
Anche Massimo si sposta nel capoluogo inglese nello stesso periodo, determinato a trovare una carriera commisurata alle sue esperienze lavorative in Italia ed  inizialmente comincia a  lavorare come driver nella stessa compagnia di catering dove lavora anche Simona come chef.  Insieme decidono di avviare un business e cosi' nel 2013 aprono nel quartiere di Kennington il ristorante Italiano - Maximo Italian Bistrot - meglio conosciuto come Maximo (Max-Simo), che opera anche come pizzeria e wine-bar (www.maximoitalianbistrot.co.uk)
Simona e' la chef del ristorante: la sua cucina si distingue per rigorosa preparazione delle ricette tradizionali Italiane con una cura ricercata nella presentazione dei piatti. Studia e prepara inoltre i menu' dedicati alle varie e ricorrenti serate regionali Italiane.
Massimo e' invece il managing director, segue cioe' in tutto e per tutto la direzione e l'amministrazione del locale. I due, inoltre, attraverso la propria compagnia Eventfool (www.eventfool.co.uk), gestiscono catering per ogni tipo di evento.
I progetti futuri riguardano l'apertura di altri ristoranti nel Regno Unito e anche in altri paesi.

Qual e' il tuo primo ricordo di Londra? Simona: i grattacieli della city. Ricordo che mentre ero sul National express in arrivo a Liverpool Street da Stansted stavo con il naso in su a guardare ammirata l’altezza di quei colossi di vetro che avevo prima di allora visto solo nei film, e immaginavo quanti colletti bianchi potessero lavorarci freneticamente. E la gente…la tanta, troppissima gente.
Massimo: Il primo ricordo e' legato al mio primo viaggio nel 2003 quando in treno da Heatrow al centro sulla Piccadilly mi rimase quella sensazione di vedere sempre lo stesso paesaggio, quasi distrattamente, con gli occhi di chi è solo di passaggio. La seconda volta, quando mi trasferii definitivamente, la sensazione fu di entrare nella citta' in punta di piedi,  con gli occhi di chi aveva tanta strada da fare… questa seconda volta Londra mi e' sembrata immensa. 
Hai lasciato l'Italia perche'... Simona: avevo bisogno di ritrovare me stessa, personalmente e lavorativamente, e fare nuove esperienze. Non ero soddisfatta della mia vita e non sopportavo l'  "andazzo” Italiano. Avevo voglia di una nuova vita.
Massimo: Volevo scoprire quanto valevo, sapevo che qui avrei potuto fare tanta strada… Beh non è andata proprio secondo i miei piani ma posso dire che la strada fatta è stata ache di più!!!
Raccontaci un episodio legato alle differenze culturali Simona:  non avevo mai badato alle differenze culturali, per me siamo sempre stati tutti fratelli e sorelle, alle olimpiadi la cosa che piu’ mi ha esaltata e’ stato conoscere persone di culture diverse, finche’ non ho sperimentato sulla mia pelle l’astio da parte di alcuni individui che, evidentemente non gradivano la nostra presenza a Kennington e ci hanno scritto “Cunt go home” nel retro della porta del ristorante. Siamo stati anche derubati, insultati e offesi piu’ volte dagli ex-frequentatori del locale che prima non era proprio un luogo di nicchia…
Massimo: le differenze culturali si possono vedere dovunque, sembra che tutti convivano ma che nessuno si integri veramente. Nessuno diventa Londinese, ma siamo tutti ospiti che convivono in uno stesso posto, e la stragrande maggioranza della gente lo fa solo per lavoro. Se dovessi ricordare un episodio su tutti è la scritta “cunt go home” fuori dal nostro locale. Al che ho capito che gli stranieri sono malvisti dovunque, vuoi per invidia, vuoi per stupidità. Ed in questo devo dire che sono uguali a noi.
Cosa distingue Londra o l'Inghilterra? Simona: a parte la multietnicita’ di cui abbiamo gia’ parlato, credo che Londra sia un luogo unico, magico, dove tutto cio’ che desideri (veramente) lavorativamente parlando, si puo’ realizzare. E’ il paese delle opportunita’. Chi torna a casa dicendo che qui viene solo sfruttato, e’ un perdente. Ci vuole lungimiranza ma alla fine Londra ti premia. 
Massimo: a parte la guida a destra e i cappelli della regina? Credo che TUTTO sia la parola giusta, tutto funziona come dovrebbe, i mezzi pubblici, la burocrazia, la semplicità nel gestire qualsiasi cosa, senza lungaggini, sotterfugi o furberie. Chiaramente la distinzione è anche in negativo: case da terzo mondo, persone con elasticità mentale praticamente assente e soprattutto si sente la nostalgia di quell’attitudine al “problem solving” di cui il soggetto italico abbonda! 
Cosa ti manca o non ti manca dell'Italia? Simona: mi mancano la mia famiglia e i miei amici, un po’ il clima mite, ma devo dire che ultimamente a Londra non fa piu’ tanto freddo e quindi non ne risento. Mi manca il mare, ma quello lo ritrovo tutte le volte che torno e forse ora me lo godo di piu’. 
Massimo:  dell’Italia posso tranquillamente dire che non mi manca nulla, della mia terra qualche volta ho nostalgia, vuoi per gli affetti, vuoi per il clima, anche se tutto sommato due ore di volo per ritornare a respirare l’aria di casa sono veramente poche! 
Quale personaggio italiano o inglese ammiri di piu'? Simona:  Italiano... Bisio! Adoro Simon Le Bon che son andata a vedere in concerto a Nottingham rivivendo la mia adolescenza. 
Massimo: non mi viene in mente nessun personaggio vivente, se parliamo di personaggi storici probabilmente il Bernini; per quanto riguarda l’UK… Brian May.  
...e quello che piu' detesti? Simona: Renzi senza dubbio. 
Massimo: facile... Renzi da un lato e il suo omologo inglese Mr Bean. 
L'Italia e la politica italiana stanno davvero cosi' male? Simona: si', assolutamente. Nulla funziona. E se son venuta qui e’ perche’ non vedo speranza per il nostro paese. Massimo: purtroppo si', e al peggio sembra non esserci mai limite. 
Sei felice in questo momento? Simona: si', molto. 
Massimo: come non lo sono mai stato. 
Caffe' o birra? Simona:  Ichnusa... :) 
Massimo: cos’è il caffè? 
Torneresti indietro? Simona: assolutamente no, mai tornare indietro, semmai, andrei avanti, oltre Londra e l’Inghilterra. 
Massimo: quello che c’è indietro lo conosco già, sono molto più incuriosito da quello che ci sarà davanti!






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