Tuesday 29 March 2011

Domenico Corapi, Dottorando di Ricerca


 








Domenico Corapi, originario di Crotone, ha 27 anni e si e' trasferito a Londra nel 2008 per intraprendere il proprio dottorato di ricerca al dipartimento di Informatica dello Imperial College London. Il progetto di ricerca mira ad investigare problematiche legate alla privacy in contesti di "ubiquitous computing"; nello specifico Domenico e' impegnato a sviluppare tecniche di apprendimento automatico che possano essere utilizzate in tali contesti. Per approfondire questo e altri aspetti del suo studio, quest'anno ha trascorso tre mesi a Tokyo presso il National Institute of Informatics. Oltre alla tesi di dottorato e alla preparazione di articoli e presentazioni per diverse conferenze, Domenico lavora in dipartimento anche come assistente alla didattica per le materie di Logica e Intelligenza Artificiale. 

Qual è il tuo primo ricordo di Londra? Arrivai a Londra per la prima volta per il colloquio con l'Università. Stavo in un ostello a Queensway e la   mattina del colloquio decisi di fare una passeggiata. Attraversai Hyde Park poi passai davanti al museo di storia naturale e il Royal Albert Hall. Pensai subito a quanto erano fortunati i residenti per la bellezza dei posti che vedevo. 
Hai lasciato l'Italia perché… Non avevo mai pensato di  trasferirmi all'estero. Ma dopo la laurea e svariati colloqui di lavoro lo scenario mi apparve desolante, le offerte a volte erano al limite dell'offensivo. In Italia è tutto livellato verso il basso: per quanto straordinario sia il tuo colloquio, non sembra importare a nessuno. In Inghilterra, come in altri paesi europei, la sensazione è totalmente diversa: non ero io a chiedere un posto di lavoro ma loro ad offrirmelo.
Raccontaci un episodio legato alle differenze culturali. Ero in vacanza con alcuni amici in un posto sperduto del Sud Inghilterra. In Italia diremmo "quattro case ed una chiesa". Li', ad Antony, vicino Plymouth c'erano veramente quattro case… ed un pub. Non un supermercato, un dentista, un ospedale, solo un pub!
Cosa distingue Londra o l'Inghilterra? Qualche mese fa', la città era tappezzata per una campagna pubblicitaria di un canale televisivo chiamato Blighty (termine affettuoso usato dai Britannici per indicare il proprio paese). L'intento dei manifesti era quello di mostrare l'eterogeneità della nazione. In uno ad esempio c'era un frullatore con tanti personaggi tipici, che andavano dalla compostissima guardia reale all'appassionato di calcio con la birra in mano.
Cosa ti manca o non ti manca dell'Italia? Mi manca il caffè espresso. Non capisco per quale assurda ragione qui non si riesca ad avere un caffè decente! Non mi manca l'arroganza della gente, del bullo di quartiere al Sud e del palestrato con la macchina costosa al Nord.
Quale personaggio italiano o inglese ammiri di più? Alan Turing. E' considerato uno dei padri fondatori dell'informatica. Il concetto stesso di computabilità è stato definito da lui. Durante la seconda guerra mondiale si pensa che il suo contributo nel decodificare i messaggi cifrati tedeschi sia stato decisivo. Nonostante ciò venne arrestato perché omosessuale e morì suicida a soli 42 anni. Ammiro Turing perché svolse tutto il suo lavoro con estrema umiltà, nessuno poteva venire a conoscenza delle sue scoperte perché coperte dal segreto militare. È uno di quei personaggi a cui l'umanità deve molto ma che in pochissimi conoscono.
…e quello che più detesti? Escludendo la politica italiana... sarebbe troppo facile. Scherzavo, la tentazione è troppo forte. Daniela Santanché ad
esempio. Anche a lei farebbe benissimo trasferirsi per un breve periodo qui. Al primo talk show le chiederebbero gentilmente di andare a casa per manifesta maleducazione.
L'Italia e la politica italiana stanno davvero così male? Stanno peggio di quanto la gente pensi in Italia. Alcune cose si riescono solo a capire quando si confrontano con ciò che succede fuori dall'Italia. Serietà e moralità ad esempio si pronunciano quasi come parolacce da noi. Mentre ero in Giappone il ministro della giustizia si dimise per aver detto (con una battuta) che il suo era un lavoro facile: "devo solo ricordare due frasi da dire in parlamento quando non so cosa rispondere". Applicando lo stesso rigore morale in Italia avremmo un parlamento deserto.
Sei felice in questo momento? Mi sento un privilegiato a poter vivere a Londra e fare questo lavoro. Non potrei non esserlo.
Caffè o birra? Siamo in Inghilterra, Birra!
Torneresti indietro? No, per tanti motivi. Anche se, in un universo ipotetico, l'Italia mi avesse offerto le stesse opportunità che ho qui in Inghilterra non tornerei indietro. Imparare una nuova lingua, con le sue diverse sfumature, con un carattere ed un umorismo diverso ed immergersi in una società ricca e stimolante come quella inglese mi ha dato una prospettiva diversa su tante cose e migliorato parecchio come persona.


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