Wednesday 26 April 2017

Marco Monselesan, IT Consultant














 





Marco Monselesan ha 36 anni ed e' originario di La Spezia anche se e' cresciuto in Brianza (Cernusco Lombardone, un paesino a meta’ strada tra Milano e Lecco); vive a Londra da 6 anni e lavora come IT Consultant in Finance. Lavora per la compagnia SEL IT Consulting (una limited company che usa per il suo lavoro da freelance).
Marco opera all'interno del settore tecnologico delle banche di investimenti e degli istituti finanziari in genere, e si specializza nella creazione di software usati per la gestione dei portafogli di investimenti e di analisi di rischio e simulazioni finanziarie.
Marco ha lavorato per banche d'affari e istituti finanziari che hanno sedi in tutto il mondo e questo lo ha portato a vivere in diverse capitali della Unione Europea quali Monaco, New York, Amsterdam e Parigi; tutto questo prima di trasferirsi a Londra. Della capitale inglese ama sopratutto la multiculturalita’, afferma infatti che: "Nonostante il risultato di Brexit, Londra e’ la citta’ dell’integrazione, al punto che si fa fatica a definire chi sia il Londinese tipo: ce n’e’ davvero di tutti i tipi!"


Qual e' il tuo primo ricordo di Londra? Sono arrivato il 26 Aprile 2011, un paio di giorni prima del matrimonio di prince William e tutti erano eccitatissimi, con tanto di eventi organizzati in giro per la citta’ con maxischermi e persone in vestito da festa per seguire la cerimonia come fossero invitati.
Hai lasciato l'Italia perche'... Avevo voglia di fare un'esperienza all’estero, principalmente per sfruttare le opportunita’ che l’Italia non poteva (e purtroppo tutt’ora non puo’) offrire. Londra era la scelta piu’ ovvia.
Raccontaci un episodio legato alle differenze culturali.La prima settimana di lavoro si va a bere una birra dopo l’ufficio con i colleghi; tutti chiacchieroni e gioviali come se fossimo amici da sempre, e poi il giorno dopo ci si saluta a malapena in ascensore.
Cosa distingue Londra o l'Inghilterra? Oltre alla multiculturalita’ che citavo sopra, c’e’ un senso civico superiore alla media: si fa la fila e prendere scorciatoie per facilitarsi la vita e’ una tra le poche specialita’ italiane che qui non siamo riusciti a esportare.
Qui si sono fatti incarnazione del ‘polite’ e del politically correct, magari e’ un po’ piu’ difficile cosa pensano davvero, ma le interazioni sociali di tutti i giorni ne beneficiano.
Cosa ti manca o non ti manca dell'Italia? Amici e famiglia su tutto. Sono cresciuto in un paesino e non mi sono del tutto abituato alla vita di citta’. Mi mancano le montagne e il mare (quello vero, non Brighton). Non mi manca la scarsita’ di opportunita’ che mi ha spinto ad andarmene e le impossibili lungaggini burocratiche (qui aprire la mia societa’ mi e’ costato qualche decina di sterline e ho fatto tutto compilando un modulo online...)
Quale personaggio italiano o inglese ammiri di piu'? Italiano: Gino Strada.
..e quello che piu' detesti? La classe politica italiana in generale (con pochissime eccezioni).
L'Italia e la politica italiana stanno davvero cosi' male? Vedi sopra. La cosa che scoraggia di piu’ e’ l’impressione che non ci sia molto spazio per un nuovo approccio, cambiano le facce ma non i risultati.
Sei felice in questo momento? Non sto male, ma ci sono cose che potrebbero andare meglio.
Caffe' o birra? Perche’ scegliere? (anche se bevo molto piu’ te’ da quando sono qui).
Torneresti indietro? Mi piacerebbe, se il mercarto del lavoro in Italia offrisse migliori possibilita’ sarebbe piu’ semplice.

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